23 ottobre 2020
C'è stato un anno, il 1985, nel quale il Verona aveva lo scudetto sulla maglia e la Juventus si laureava campione del mondo a Tokyo. E nei confronti diretti c'era ben più di un giocatore che ha lasciato un segno nella storia dei due club, come Vinicio Verza, nella foto accanto al suo ex compagno in bianconero Antonio Cabrini.
PIERO FANNA
Giuseppe Furino lo vede muoversi sul fronte dell'attacco e sentenzia: «In tutti i punti del campo è utile, sa giocare in qualsiasi posizione». Gioca 5 anni nella Juve, Piero Fanna, e ad ogni stagione non manca di alimentare il dibattito sulle sue caratteristiche, sull'utilizzo tatticamente più vantaggioso, sulla sua capacità realizzativa che non lo porta mai ad andare in doppia cifra. Parteciperà alla conquista di 3 scudetti, ammettendo però di avere patito «il peso di tanta responsabilità». A Verona si sentirà più alleggerito, diventando uno dei protagonisti dell'impresa tricolore.
GIUSEPPE GALDERISI
Ha solo 22 anni quando segnando 11 gol in campionato è il capocannoniere del Verona che vince lo scudetto. Quello è esattamente il punto più alto della sua carriera, ma non sorprende che sia arrivato così presto perché in Veneto ci arriva forte dell'importante apprendistato in bianconero. Attaccante esplosivo, sgusciante, coraggioso, Galderisi cresce nella Juventus, esordisce in Serie A ancora minorenne e regala al pubblico del Comunale un brivido indimenticabile con la tripletta al Milan nel 1982.
ROBERTO TRICELLA
Lo si può considerare uno dei pilastri del Verona del 1985 e non solo perché vi gioca da 6 anni e ha vissuto in prima linea tutta l'evoluzione che ha portato una provinciale a sedersi alla tavola delle grandi. Di Tricella piace la pulizia negli interventi e la Juve lo sceglie per rilevare l'eredità di Scirea nel ruolo di libero. A Gaetano lo accomuna l'essere nato come lui a Cernusco sui Naviglio. Nei tre anni trascorsi a Torino non bisserà la vittoria in campionato, ma si godrà comunque i successi in Coppa Italia e in Coppa Uefa nel 1990.
BENIAMINO VIGNOLA
La sua è una storia di esperienze duplicate. Vignola nasce nella città scaligera, cresce nel club gialloblu, si mette in mostra ad Avellino e vive l'esperienza più importante nella Juventus dal 1983 al 1985, ritagliandosi spazi importanti in un centrocampo stellare. Lascia Torino con lo scudetto sul petto e torna a Verona per mettersi la divisa con il tricolore, vi resta un solo anno per intraprendere il viaggio all'indietro e tornare bianconero. In coerenza con il passato, oggi vive a Verona ed è ancora profondamente innamorato della Signora.
LUIGI DE AGOSTINI
Nel Verona arriva quando il ciclo di successi è finito, nel 1986. De Agostini vi resta solo un anno, quanto basta per ulteriormente accreditarsi come pronto al grande balzo alla Juve. Gigi ha il senso – o più propriamente il piacere – della responsabilità: lo si vede dalla quantità di ruoli che interpreta (anche se molti lo ricordano preferibilmente come terzino sinistro offensivo). Lo si capisce ancora di più quando non ha alcun timore di indossare la maglia numero 10 che ha appena lasciato un certo Michel Platini.